Tracce impolverate

20 ottobre 2008

Pomeriggio caraibico (maddeché).

Intorno a me (no, non è la pubblicità della Vodafone, niente IlariBlasonata): marmellata fatta in casa di albicocche (graziemamma!), bicchiere pieno di un composto nauseabondo che nemmeno il Mignolo col Prof sarebbero mai in grado di riprodurre (leggi= sigarette in bicchiere pieno d'acqua, dù iù nò? Da un momento all'altro mi aspetto che bussino alla porta i Nani della fossa biologica), un mare -caraibico, per inciso- di scartoffie, la foto più brutta che abbiano mai potuto fare a Madmuasél Toffoli, altresì detta la Miss-pacco il deretano 'co sti cavolo di Sogni Meccanici, le bolle di sapone al cianuro e... rullo di tamburi, siore e siori: il Didò!
Ebbene si, dinnanzi a me troneggia la scatola multicolor del Didò (da non confondere con Dodò, dell'alberoazzurropostofelice) con nientepopò(cacca)dimenoché le formine di Cars! O meglio, UNA formina di Cars, perché quelli della Fila per sette euro non regalano niente.
Il Didò ha fatto la sua apparizione in un pomeriggio in cui, come qualcuno, stavo coltivando i miei pessimismi tumorali. In preda alla disperazione più cieca, alla Orlando furioso stàil, esco di casa con l'intenzione di spendere i pochi eur(i) che si aggirano paciosi nelle mie tasche, al calduccio.
Cammina cammina mi imbatto in un negozio di giocattoli: "Ufologgggico! Voglio il pinocchio di legno versione mignòn da mettere in camera!" (non fate domande.)
Entro col sorriso a cinquecentoventicinquemilasettecentotrentamenotredenti (i denti del giudizio estirpati) e sicura di me: "Avete i pinocchi?" (non trovate sia una domanda intelligentissima?).
La commessa infrange i miei sogni di revivàl fanciullesco, dicendomi che qualsiasi giocattolo di legno sarebbe dovuto arrivare a breve.
Chissenefrega del breve! Io lo voglio ora! Voglio il mio Pinocchio mignòn!
(no, non gliel'ho detto).
Superata la delusione con un Clìnecs, mi aggiro con fare interrogativo tra gli scaffali, imbattendomi in figure tremende: noddico, i Go(r)miti ancora li smerciano? Chi è quel genio del marchétìn che ha progettato degli omini pieni di spuntoni con l'aria di chi- se potesse muoversi davvero- ti ucciderebbe traforandoti la crapa?
Eppoi la Barbie fotomodella, con tre taglie in meno del normale?
Già la Barbie di suo potrà pesare 45 chili bagnati, ora si mettono a produrre anche un palo della luce travestito da Cheìt Moss!

Doveroso spazio Pubblicità Pro-gresso.

Appello alla Mattel: MATTEL'ha mai detto nessuno che le bambine devono crescere spensierate, correndo tra i prati, raccogliendo margherite, schivando cacche di mucche al pascolo? Un palo della corrente vestito con un tubino leopardato è diseducativo tanto quanto una foto di Maria DeFilippi struccata o Costanzo in sciòrt, Mattel!

Fine doveroso spazio Pubblicità Pro-ingresso.

Bene, tuttò ciò per arrivare al Didò.
Già il nome mi provoca un turbinio lungo tutta la colonna vertebrale.
Di-dò. Pura poesia ermetica, ermetista, ermetiana. Quella.
Lo vedo lì, solo soletto sullo scaffale, abbandonato al suo triste destino (seccarsi) e, spinta dal mio ego profondamente orsoliniano, lo acchiappo.
Didò, non sei più solo!
Vado alla cassa, il mio amico mi costa ben 7 euro (più 50 cents di bolle di sapone al cianuro), ma non importa, è per una buona causa: fare piccole lumache, farfalle e banane semi sbucciate, spiattellarlo come faceva nostra nonna con la pasta degli gnocchi, tagliuzzarlo a rondelle e farci i tortellini, mescolarlo con... (voce fuori campo, lontana).

Morale: la mia permanenza a Roma sta dando i suoi frutti. Mi sto rincoglionendo.

1 commento:

Andrea Cardinale ha detto...

Davvero un bel Blog, complimenti!

Questo è il mio Blog:
andrev91-sportblog.blogspot.com

Ti aspetto con i commenti!