Una giornata simile non vorrei mai riviverla.
Sveglia alle sei meno un quarto per essere alla stazione a prendere il treno delle sette e mezzo. Arrivo a Roma, autobus stracolmo. Fortunatamente ho incontrato una ragazza gentilissima che mi ha aiutata ad orientarmi. Arrivo alla Sapienza e mi metto alla ricerca dell'Aula Magna (così come scritto sul sito della facoltà). Che palle questi esami fuori sede, mi sento sempre un sogliola fuor d'acqua!
Riesco, dopo aver chiesto anche ai pali della luce e ai pesci delle fontane, a trovare la benedetta aula magna e....VUOTA! Niente persone, relatore, professore. Niente di niente. Desolazione totale.
Panico. "Oh cazzo, cazzo, cazzo, aricazzo! E adesso?"
L'esame sarebbe cominciato dopo dieci minuti.
Insomma, non la sto a fare tanto per le lunghe: l'aula magna che intendevano loro non era quella della Sapienza ma della sede distaccata della Facoltà di Psicologia, in un posto in cui nemmeno col teletrasporto sarei riuscita ad arrivare (in 5 minuti poi). Quindi l'esame non l'ho fatto. Ho lo sconforto fino ai piedi, sono stanca ma non riesco ad addormentarmi, i pensieri non mi danno tregua nemmeno per un attimo. Tutto sembra crollare, e io sono bloccata. E sono sola. Sola.
Tracce impolverate
11 settembre 2007
Nuvole nere.
Traccia di Liquida alle 19:09
Inscatolato in: Black mamba.
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